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Arno Stern in settant’anni di esperienza ha messo a punto un gioco unico e straordinario: il Gioco del dipingere. Ha studiato lo spazio in ogni dettaglio per renderlo essenziale e funzionale e ha dato vita al “Closlieu”. Tutto è nato dai suoi studi sul disegno che dimostrano che i bambini e gli adulti non “disegnano” ma “tracciano”, per una necessità organica. Il “disegno infantile” in particolare, indica Stern, non ha ragione di essere definito così perché non si tratta di “disegno” ma di “atto del tracciare” e non ha a che fare né con l’arte né con la comunicazione.

Perché i bambini disegnano? Come custodire la traccia e proteggere dai condizionamenti il bambino che disegna?

L’essere umano traccia (più impropriamente si usa il termine “disegna”) spinto da un bisogno istintivo che ha a che fare con la memoria dello sviluppo dell’organismo. Nessuno ricorda razionalmente i primi due anni di vita, eppure noi abbiamo vissuto tutto il periodo prenatale e fino ai due anni. Dov’è finita questa memoria? Attraverso l’atto del tracciare vi si può attingere per ristabilire un equilibrio prezioso per essere se stessi. In questa nuova visione, confermata da almeno 700.000 disegni raccolti da Stern, ha senso correggere il bambino, disegnare per lui, intervenire, commentare, lodare, mostrare o appendere i suoi disegni?

Nel Gioco del dipingere l’atto del tracciare trova la sua massima espressione perché la persona è protetta da tutto ciò che la può condizionare e disturbare: può così lasciarsi andare e riscoprire il piacere profondo dell’atto del tracciare. Un gioco per tutti: dai 2 ai 100 anni!