Autentici per natura. Riflessioni con gli occhi di un bambino

Nasciamo puri e autentici con un cervello pronto a modellarsi e strutturarsi sulla base dell’ambiente che ci circonda e delle esperienza che viviamo più o meno intensamente. Le neuroscienze ci confermano che ogni piccolo input è un impulso al cervello che, attorno a quell’input, costruisce una struttura fatta di neuroni e sinapsi e più siamo piccoli e più questa struttura si radica e va a programmare tutto ciò che saremo in futuro. Tutto ciò che non si fissa nei tempi giusti, con molta, molta fatica potrà essere riprogrammato più avanti.

L’ambiente in cui viviamo, le persone che incontriamo, le cose che facciamo, ogni piccolo attimo viene registrato e ogni cosa ripetuta viene radicata.

E la nostra autenticità che fine fa?

Viviamo in un mondo in cui gli adulti credono di sapere prima di noi ciò di cui abbiamo bisogno e, pur con l’amore più grande, inconsapevolmente continuano ad interferire in un processo che sarebbe spontaneo: ci interrompono quando siamo concentrati in una cosa per loro banale e per noi preziosissima (come la semplice manipolazione di una piccolissima briciola di pane), ci impongono oggetti (spesso brutti e con suoni orribili) e attività senza rispettare ciò che a noi interessa davvero; ci crescono continuando a lodare, valutare, giudicare tutto ciò che facciamo e noi non facciamo più per il puro piacere del fare o per noi stessi; ci aiutano anche se non ne abbiamo bisogno, spesso solo per la fretta (ci infilano le scarpe anche se noi vorremmo farlo da soli), decidono per noi il percorso di crescita e decidono che dobbiamo frequentare solo bambini… della nostra età. Ci proteggono da tutto senza permetterci di sbagliare, di provare, di rischiare.

Hanno sempre fretta, ma il nostro cervello, pur nella sua rapidità, è comunque lento, come scrive il neuroscienziato prof. Lamberto Maffei in “Elogio della lentezza”; una lentezza che andrebbe rispettata.

Decidono di portarci a mille attività, fin da quando abbiamo pochi mesi, perché vogliono che impariamo a fare tutto il più presto possibile: nuotare, suonare uno strumento, giocare a calcio, parlare due lingue, scrivere, leggere, diventare dei piccoli Mirò. E invece diventiamo dei piccoli adulti, in competizione. In fondo in fondo c’è sempre una gara a chi arriva primo: “il mio bambino sta seduto già da solo a 5 mesi”, “il mio cammina già a 8”, “il mio parla già a 9”, “il mio parla due lingue già a un anno e mezzo”, “il mio sa nuotare già a due”, “il mio legge già a tre anni e mezzo”, “il mio è già stato scelto per l’agonismo a 5”.

Già” …rispetto a cosa poi?!

Ma noi vorremmo solo giocare, spontaneamente, non con un adulto che ci dice continuamente cosa, come e quando fare qualcosa, perché Madre natura ha già previsto tutto: il gioco spontaneo è la nostra più alta forma di apprendimento.

E’ vero siamo piccoli, ma siamo autentici e questa è la nostra forza!

Siamo disarmanti con il nostro sorriso, fin da quando siamo in culla, più avanti lo siamo con le nostre riflessioni, poi con la nostra sincerità, poi con la nostra spontaneità. E vi mettiamo soggezione quando vi guardiamo fissi negli occhi, perché noi stiamo guardando oltre, stiamo guardando la vostra anima, il vostro bambino interiore, quello che voi vi siete dimenticati di avere, tanto da non riuscir a reggere il nostro sguardo.

Noi siamo forti perché siamo autentici.

Ma man mano che cresciamo vediamo intorno a noi persone non autentiche che con le parole ci dicono una cosa ma ne pensano un’altra, che ci raccontano bugie pensando che siamo stupidi (“attento che viene il lupo se non fai il bravo!”), che ci dicono “che bello questo disegno” quando è evidente che non lo pensano, che ci dicono di non fare qualcosa ma loro la fanno continuamente sotto i nostri occhi; ci dicono “tu non puoi capire, sei piccolo”.

Ma noi capiamo, capiamo tutto …e formiamo la struttura del nostro cervello.
E noi imitiamo, imitiamo tutto …e formiamo la struttura del nostro cervello.
Noi ci adattiamo, ci adattiamo a tutto …e formiamo la struttura del nostro cervello.
Noi eseguiamo, eseguiamo tutto …e formiamo la struttura del nostro cervello.

Formiamo la struttura del nostro cervello e intanto diventiamo adulti: la nostra autenticità pian piano scompare, perché abbiamo imitato, ci siamo adattati, abbiamo eseguito, abbiamo fatto tutto quello che ci hanno detto di fare, siamo stati tutto quello che ci hanno chiesto di essere, perché avevamo una fiducia incondizionata in chi ci dava da mangiare, si prendeva cura di noi, ci coccolava, ci confortava. Ma la loro  fiducia in noi e nelle nostre potenzialità e capacità era altrettanta?

Nel nostro cuore siamo certi che la maggior parte di loro lo ha fatto con grandissimo amore e pensando di fare la cosa migliore per noi perché questo vedono fare intorno a loro. Ma non si sono accorti che così facendo ci hanno portati lontano da noi stessi e dalla nostra autenticità, verso quello che fa la maggioranza, verso il gregge. Ci hanno portati verso un’omologazione globale, in cui abbiamo perso il contatto con la nostra saggezza, le nostre intuizioni, il nostro entusiasmo, le nostre potenzialità, la nostra spontaneità, la nostra modalità di apprendimento, la nostra creatività, la nostra innata capacità di giocare.

Ciò che è stato programmato, soprattutto nei primi nostri sei anni di vita, difficilmente potrà cambiare. Forse potrà in parte cambiare frequentando per anni uno strizzacervelli o qualche guru che cercheranno di aiutarci a ricontattare quella parte profonda e autentica che eravamo quando siamo nati e che abbiamo perso nel gregge: l’unica parte che ci permette di essere noi stessi, di vivere in equilibrio e di essere forti, l’unica parte su cui contare veramente, in ogni istante.

E quindi vi domando: ma non sarebbe tutto più semplice se questo nostro essere profondo fosse rispettato, alimentato, sostenuto, coltivato e protetto fin da quando siamo nella pancia, senza stravolgerlo? Non saremmo tutte persone migliori, più serene, più realizzate, più equilibrate… più felici se fossimo davvero noi stessi e non quello che gli altri si aspettano?

Vi lascio con questo dubbio, ma vi prego, ogni volta che mi incontrate ricordatevi che sono una persona, solo che sono di piccole dimensioni; sono saggia e dentro di me ho tutto quello che mi serve per crescere bene.

Tu adulto stammi accanto, ma un passo indietro e prendimi solo se te lo chiedo.
Io ti guarderò negli occhi e avrò fiducia in te. E tu, hai davvero fiducia in me?

di Maria Pia Sala

 

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