Condivido con voi un racconto di Ugo Brollo, amico e servente del Gioco del dipingere che racconta la sua prima esperienza nel Closlieu (l’atelier del Gioco del dipingere) prima di fare la formazione con Stern e diventare servente.
Grazie Ugo!

Nel Closlieu

Le setole del pennello scivolano silenziosamente sul foglio appeso. La traccia, prima carica, poi via via più magra, lambisce altri segni lasciati poco prima, li sfiora, li asseconda, poi li avvolge e se ne appropria, li coinvolge in un movimento nuovo, ne assorbe il colore e lo infrange, per poi farlo riemergere in un tono nuovo, mai letto sulla tavolozza…
È una cosa che non si fa… lo so…  Il Praticien (servente) me lo fa delicatamente presente… 
Chino quasi impercettibilmente il capo, come ad accogliere un meritato rimprovero… ma i miei occhi, celati dalla frangia distratta, brillano per la innocente trasgressione, e per la soddisfazione di aver ottenuto quel risultato magico, quella treccia di colori che nessuno ha mai saputo produrre prima su quei fogli.   
È la magia del Closlieu.
Qui il tempo non conta. Il mondo esterno non conta. Nulla conta, se non il mio pensiero. E forse nemmeno quello, perché ora, dopo aver trasformato il candore del foglio in un turbinio di colori, ho abbandonato ogni intenzione, e lascio che sia il profondo me stesso a guidare la mano.
Ecco: me stesso… 
Quante volte mi hanno detto che devo essere me stesso, che devo saper stare con me stesso, che devo essere consapevole di me stesso… 
Non ne ho mai capito, prima, il significato. 
E non ho mai sopportato l’idea del dover essere.
Ma qui il me stesso mi è venuto incontro, leggero ed impalpabile, all’inizio. Finché me lo sono sentito addosso di colpo, con tutta la sua prorompente e sconvolgente energia. E io l’ho accolto.
Ho allargato il cuore e la mente. E l’ho accolto.
Ed ora so dove conducono tutti i sentieri tracciati da Maria Montessori, i suoi insegnamenti, le sue riflessioni. Fino ad ora ho ascoltato, ho riflettuto, ho capito. Ma ora, in questo luogo segreto e magico, … ho compreso.
Ora mi è chiaro cosa significhi amore per i bimbi. L’ho compreso.
Mi è chiaro cosa significhi fiducia profonda in loro. L’ho compreso.
Ho compreso cosa significa accompagnarli nel loro cammino; non precederli, né seguirli. Accompagnarli. Leggero ed impalpabile, seppur presente.
È strano come si debba lavorare tanto per ri-scoprire queste cose… Ri-scoprire: si, perché le conoscevo già. Da bambino. 
Eravamo grandi, da bambini.
Intanto il pennello continua a scorrere sul foglio, e si permette anche di sbordare, a volte. Io non glielo impedisco, perché so che la traccia che lascerà sul pannello, oltre il bordo del foglio, si sommerà alle mille tracce già impresse da tante setole, prima delle mie. E so che sopravvivrà allo scorrere del tempo, diventando parte della storia di questo luogo. 
Che ormai non è più nemmeno un luogo… è altro. 
È un mondo, un universo.
Un utero, accogliente, sicuro… quasi sacro…
Osservo i miei compagni, il loro flusso. Percepisco il loro essere profondo. Mi sento fortemente coinvolto, presente… e d’un tratto… lo comprendo: è più profondo di un utero. Più sacro…
È l’Anima.
Il colore, il pennello, il movimento, il fluido che sento… tutto questo… è l’Anima.
Ed ognuno di noi è un’espressione diversa di questa stessa Anima. Ognuno è un’esperienza diversa di questa stessa, grande Anima.
E non può essere che così… in fondo, attingiamo tutti alla stessa tavolozza…
 
Ugo Brollo
21/04/2018 Gemona del Friuli (UD)

 

© I contenuti presenti nel sito e negli articoli (immagini e testi) sono di Maria Pia Sala. Mi fa piacere se desideri divulgare o condividere le mie parole e ti ringrazio, ma ti chiedo di citare sempre la fonte per rispetto a me e al mio lavoro.

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