L’educazione sta attraversando un momento di grandi cambiamenti perché ci si sta rendendo conto che l’apprendimento dei bambini ha tempi e modalità uniche e non è possibile pretendere che tutti imparino allo stesso modo; la crisi in tutti gli altri settori porta alla luce un sistema che forse non può più essere lo stesso di 10 o 20 anni fa. Sto riflettendo molto in questo periodo sul perché così tanti bambini vengano “certificati” ed “etichettati” perché ritenuti iperattivi, o dislessici, o autistici, o per mille altri motivi. Molti insegnanti si lamentano perché molti bambini di oggi sono ingestibili, incapaci di concentrarsi, di fare silenzio, di seguire le lezioni. La maggior parte di essi però parla di questo come se fosse un problema dei bambini.
Ma se il problema fosse “il sistema”?
Tutti i cuccioli apprendono perché mossi dall’istinto di sopravvivenza o dalla curiosità e nessun adulto in natura si mette al loro fianco ad insegnare imponendosi, ma semplicemente mette a loro disposizione gli strumenti e l’ambiente per poter imparare, pronto ad intervenire solo in caso di pericolo. Avete mai osservato una mamma gatta che “insegna” ai cuccioli a cacciare? Semplicemente porta loro un uccellino o un topolino un po’ tramortito, poi si accuccia poco distante e veglia; il gattino che tra tutti in quel momento è più ricettivo intraprende l’azione e la sperimentazione… e forse qualche fratellino lo segue. I cuccioli imparano attraverso il gioco, con i loro tempi, seguendo il loro interesse e la loro modalità.
Nel cucciolo d’uomo invece abbiamo invertito tutto e pretendiamo che i bambini imparino attraverso il nostro sistema di apprendimento, con i nostri tempi e con le nostre modalità, omologandoli e non lasciando loro tempi e spazi per il gioco libero.
Ma i bambini iperattivi, dislessici, autistici o con varie altre “unicità” (non condivido chi parla di “diversità”) ci insegnano che siamo noi a doverci adeguare, proprio perché hanno modalità di apprendimento altrettanto uniche.
Personalmente ritengo che ogni bambino abbia le sue modalità di apprendimento, indipendentemente dal tipo di unicità e che queste dovrebbero venir rispettate e valorizzate. Solo così ogni piccolo potrà davvero sperimentare, consolidare e radicare in profondità ciò che apprende.
Vi lascio con due frasi molto significative:
“Il maestro è il CUSTODE del bambino non il suo costruttore.” (Maria Montessori)
“E’ necessario che l’educazione conduca i bambini a sentirsi responsabili e non sottomessi o assistiti.” (Arno Stern).
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