E se qualcuno vi dicesse che il disegno del bambino, ovvero le sue tracce, appartengono ad un fenomeno naturale e non all’arte o alla comunicazione? Perché un bambino che disegna (libero da condizionamenti) è felice? Perché quando è molto piccolo continua a disegnare con intensità ed entusiasmo e man mano che cresce molto spesso perde questo piacere? Come relazionarsi con un bambino che disegna per non condizionarlo e favorire un meccanismo mentale importante per crescere in modo autonomo e sicuro? A queste e ad altre domande risponderà Maria Pia Sala alla conferenza organizzata dall’Associazione Edu Academy
mercoledì 16 novembre ore 20.30 a Vicenza
Polo Giovani B55, in Contrà Barche 55
ingresso gratuito ad offerta libera
prenotazione necessaria per motivi organizzativi a: info@eduacademy.it
Il bambino quando disegna risponde a due bisogni istintivi: l’atto del tracciare e il gioco. Arno Stern, attraverso più di 600.000 disegni, dimostra che tutte le persone del mondo (indipendentemente dalla razza, dal sesso, dall’età e dalla cultura) se libere da condizionamenti, manifestano, attraverso il gesto libero del disegno, la stessa Traccia Naturale universale. In particolare dimostra che il disegno infantile non appartiene né all’arte né alla comunicazione, ma è un piacere fine a se stesso che va accolto e rispettato come qualsiasi altro bisogno e gioco del bambino.
Imporre temi, esprimere giudizi o valutazioni, correggere, esporre il lavoro, considerare il disegno come un’opera e il bambino come piccolo artista, chiedere cosa rappresenta, insegnare a disegnare, disegnare per lui, sono tutte modalità che pian piano nel tempo allontanano il bambino dal piacere del gioco del disegno e del gioco più in generale.
Il bambino si sente frustrato perché l’adulto non capisce ciò che ha rappresentato, inadeguato perché non è capace di rappresentare ciò che gli viene richiesto. Ma soprattutto viene minata la sua innata capacità di giocare spontaneamente: se una scatola di cartone può essere un’astronave, perché un sole con tanti raggi non può essere un fiore o una mano, e il personaggio essere fatto a casetta?
Se un bimbo vi offre un’ottima pastasciutta fatta di sassolini e fiori… cosa fate? State al gioco e la assaggiate. E perché quando sta disegnando con molta attenzione e serietà, vi sentite in dovere di intervenire e correggere il suo gioco? Perché vi preoccupate se il bimbo a 5 o 6 anni disegna la casetta con il camino storto o una mano con 20 dita?
Potete rilassarvi: sarete felici di scoprire che questo fa parte di un processo spontaneo e che il disegno ha un’evoluzione naturale che accompagna tutta la vita di una persona. Meno si interviene, più questa evoluzione ha la possibilità di radicare nel bambino capacità straordinarie.
Maria Pia Sala si è formata con Stern e nel 2010 ha aperto a Vicenza un atelier del Gioco del dipingere (www.atelierdellatraccia.it); dal 2012 tiene conferenze e seminari sul tema.
Ti aspettiamo alla conferenza! Prenota il tuo posto: info@eduacademy.it
Per informazioni: info@atelierdellatraccia.it o info@eduacademy.it