“Gli studi di Arno Stern per un apprendimento spontaneo” – riflessioni

Io e Barbara Mantovani siamo appena state in Umbria invitate da Erika Di Martino a tenere una conferenza sugli studi di Arno Stern (5° Incontro Nazionale sull’Educazione Parentale “S-COOL 2017”).

Interessante e stimolante incontrare un gruppo di genitori alla ricerca di nuovi orizzonti per i loro bambini, che si interrogano su quale sia la strada più adeguata e più adatta: la scuola tradizionale? Una scuola alternativa? L’educazione parentale? La non scuola?
Forse non c’è una risposta universale ma bisognerebbe ascoltare e osservare ogni bambino per capire la risposta migliore alla sua unicità.

L’esempio di André Stern, figlio di Arno, che non è mai andato a scuola per dedicarsi ogni giorno, ogni minuto, alla più alta forma di apprendimento, il gioco, è senz’altro un esempio entusiasmante. Apprendere attraverso il gioco sarebbe un obiettivo meraviglioso per ogni bambino, ma mi domando: siamo davvero costretti a tenerli a casa da scuola perché questo accada, o possiamo immaginare e sperare in un futuro in cui educatori ed insegnanti facciano un passo indietro e prendano consapevolezza di quanto il gioco spontaneo debba occupare una grande fetta delle giornate dei bambini, e di quanto poco il giudizio, la competizione e la valutazione si concilino con lo sviluppo dell’individuo?

La società in cui viviamo sembra essersi dimenticata che il gioco è il modo con cui i bambini apprendono e riserva al gioco spontaneo solo qualche piccolo spazio durante la giornata.

Questo, a parere di molti pedagogisti, come ad esempio Peter Grey o Ken Robinson, è un danno grave per i bambini di oggi, perché attraverso il gioco il bambino fa esperienze intense e profonde sul piano fisico, mentale, spirituale e sociale. Forse il motivo per cui tanti genitori sono così in crisi rispetto al modello scolastico tradizionale è proprio perché intuiscono che ai bambini viene tolto un aspetto determinante per la loro crescita, a favore di mille attività organizzate che li riempiono di tante informazioni ed esperienze, anche interessanti, che spesso però non mettono al centro la capacità di apprendere attraverso gesti istintivi, interesse personale, entusiasmo e passione.

Io ho fiducia che in un futuro non lontano i genitori non siano costretti a dover scegliere una soluzione alternativa alla scuola, ma trovino risposta nella scuola pubblica, in una scuola che si rinnova profondamente, che ha il coraggio di rovesciare i paradigmi e di ripartire verso un approccio educativo che permette al bambino di crescere e formarsi rimanendo in contatto con la sua innata saggezza, con le sue capacità, con i suoi talenti e con i suoi interessi. Ci sono già molti insegnanti illuminati che vanno in questa direzione, ma sono troppo pochi, e spero che in futuro ce ne siano sempre di più e che tutti i bambini, quanto prima, possano entrare in contatto con persone speciali che credono in loro e non ostacolano il loro processo naturale.

Ieri io e Barbara abbiamo cercato di porre l’attenzione sui valori del Closlieu e del Gioco del dipingere, aiutando i genitori a comprendere l’importanza di favorire il fluire spontaneo e intenso di tutto ciò che è naturale per il bambino, così come – dice Barbara – l’acqua sgorga da una roccia, si fa spazio tra vegetazione e sassi, prosegue aumentando l’intensità, continua acquisendo forza, energia, sicurezza, e si fa strada tra spazi sempre più ampi e meravigliosi. Cosa può ostacolare questo? Cosa può impedire al bambino di avere fiducia in se stesso, di credere nelle sue capacità e potenzialità? Cosa può limitare il suo sviluppo naturale? Cosa invece può facilitare questo sgorgare impetuoso?

Ci vorrebbe una conferenza intera per sviluppare questo tema, ma mi limito ad accennare alcuni dei principi su cui si fonda il Closlieu di Arno Stern: da un lato fiducia nel bambino e nelle sue capacità, accoglienza della sua unicità, rispetto del suo gioco, dei suoi tempi e del suo ritmo, ascolto dei suoi bisogni reali, protezione da tutto ciò che lo può condizionare, e dall’altro non giudizio, non lode, non valutazione, non intervento, non competizione, non esposizione dei suoi lavori come opere d’arte ma rispetto del suo gioco spontaneo e intimo, non interruzione della sua concentrazione ma interventi minimi e silenziosi a sostegno del suo lavoro serio.

La curiosità dei genitori sul disegno infantile e la Traccia Naturale scoperta da Stern, la richiesta di indicazioni su come poter attuare questo, la preoccupazione di come la nostra società spesso porti i bambini in altre direzioni, ci fanno capire quanto bisogno ci sia di divulgare un nuovo paradigma educativo, rivalutando le potenzialità della natura e comprendendo che i bambini hanno bisogno di seguire il processo naturale che Madre Natura ha predisposto per loro, il gioco spontaneo, e che “ogni intervento non richiesto, come diceva Maria Montessori, è un ostacolo”.

Un grazie di cuore ad Erika Di Martino per il suo prezioso lavoro in campo educativo e per averci dato la possibilità di questo incontro speciale e un grazie a tutti i genitori che ci hanno accolto e con grande entusiasmo ci hanno arricchito con domande, riflessioni e spunti. Speriamo di rincontrarvi quanto prima per contribuire ancora una volta a far germogliare nuove consapevolezze e ricordiamoci che nel cuore e nella mente dei bambini bisogna entrare in punta di piedi.

Maria Pia Sala

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